Donne d'Africa.






In questi giorni, in riva al mare, ho visto l'umanità incrociarsi.
Pelle bianca su pelle color ebano, capelli lisci e quasi trasparenti danzare in sintonia con corvini e ispidi ricci, occhi limpidi e liquidi rispecchiarsi in perle scure come la pece o dorate come la sabbia.
 
In questo continuo andirivieni, le donne d'Africa, son quelle che mi hanno ammaliato di più.
 
Su e giù per tutto il giorno, tutti i giorni, con il loro armamentario: pettini, forcine, becchi di cicogna, elastici e perline dentro a sacche colorate che se la giocano con le tinte vive e allegre dei loro abiti.
Vestiti leggeri, ampi che sinuosamente confondono il movimento elegante dei loro corpi con il vento, mescolandosi a esso, in armonia con la Terra alla quale sanno d'appartenere.
 
Vuoi per diritto, per essenza e spiritualità.
 
Belle, dai profili nobili nonostante la semplicità dei loro gioielli, invisibili al collo e ai lobi delle orecchie, mi chiedo cosa stiano guardando i loro occhi, su quali spiagge, in verità, ormeggiano i loro sguardi.
Sguardi di donne, amanti e madri così lontane da casa e con un cuore così grande da coprirne la lontananza.
 
Donne con storie che mi sarebbe piaciuto ascoltare, tra una treccia e una perlina verde, gialla, nera e rossa.
Donne che nascondono universi dietro a dolci sorrisi, anche davanti all'arroganza altrui.
Donne e anime belle.
 
Storie di donne in un breve racconto d'estate.
 
 
 

Post popolari in questo blog

"Il Vecchio Grigio." Una fiaba sul gioco.

Difficoltà di linguaggio: posticipare o no l'iscrizione alla scuola Primaria?

CREARE E GIOCARE CON I LIMERICK: LETTURA PENSATA 2017