"Mamma, la scuola!" Intervista a Daniela Poggi.


Prima di iniziare l'articolo, una precisazione per il lettore: questa intervista  fu pubblicata a inizi gennaio 2014 su un sito dedicato alla maternità, oggi non più online.
La ripropongo nella sua versione originale, poiché credo che in sé contenga spunti molto interessanti: dai compiti a casa, al concetto di homeschooling, fino giungere a riflessioni sul metodo, sulle intelligenze multiple e sul ruolo educativo della scuola e della famiglia.

Sylvia Baldessari












Oggi parliamo di scuola, di compiti e metodo. Ne parliamo attraverso il libro "Mamma, la scuola!" edito da Armando Editore e scritto dalla blogger e scrittrice Daniela Poggi, una mamma che ha deciso di condividere le sue esperienze nel mondo della scuola nell'esatto momento in cui i suoi figli ci hanno messo piede.
Un libro intelligente che dimostra come il dialogo tra la famiglia e la scuola sia essenziale, soprattutto in periodi come questi dove tagli e continue riforme mettono a dura prova insegnanti, ragazzi e genitori.
Un'intervista vivace, quella che mi ha rilasciato Daniela, che forse va oltre, offrendo al lettore un attento sguardo sul mondo dell'educazione in generale, proponendo un atteggiamento costruttivo e responsabile non solo nei confronti di un'importante agenzia educativa, la scuola, ma anche verso le generazione future che, assieme alle parole, si nutrono di gesti. Dei nostri gesti, piccoli o grandi che siano.



Buona lettura.




Ciao Daniela e benvenuta. Ti va di raccontarci chi sei e cosa fai nella vita?



Sono mamma di due bambini di 9 e 5 anni. Da tre anni sono l’autrice del blog La scuola in soffitta che è nato come diario della nostra esperienza di homeschooling part-time, tutti gli spunti abbiamo raccolto nel tempo per stimolare la curiosità dei bambini, la loro voglia di imparare, di leggere e di crescere insieme a noi. Nella vita mi occupo di tutt’altro. Ho la passione per i libri, che leggo sui mezzi mentre vado al lavoro. Mi ha sempre incuriosita lo studio dell’educazione in tutti i suoi aspetti. Come molte altre mamme ho letto tanti libri sui bambini alla nascita del primo figlio. La prima svolta è arrivata scoprendo i libri del metodo Montessori, grazie ai quali ho capito che la famiglia e l’ambiente in casa potevano essere molto più educativi di quanto mi fossi mai aspettata.




"Mamma, la scuola!" è il libro che hai scritto, di cosa parla e com'è nata l'idea?



“Mamma, la scuola” è la somma delle mie ricerche e dell’esperienza di questi anni, è la presentazione del mio metodo: le idee e l’organizzazione per trasformare gli anni della scuola in periodo davvero felice e di crescita per tutta la famiglia. Ho riproposto alcune delle attività che avevano riscosso maggiore successo sul blog e ne ho inserite molte che risulteranno nuove per i lettori di Scuolainsoffitta ma abbiamo sperimentato e ci sono piaciute molto. L’idea di scrivere un libro è nata come necessità di tirare le fila di tutti gli articoli scritti su come trasformare i compiti in un divertimento. Ho voluto dare un corpo organico a questo stile educativo, l’homeschooling (part time nella nostra forma)  di cui si legge molto nei testi americani ma che in Italia non ha molta bibliografia.









Parliamo un po' dei compiti per casa: qual è la tua esperienza da mamma?



La questione dei compiti è molto controversa: c’è sempre qualcuno che li vuole e qualcuno che li abolirebbe. Trovare un giusto equilibrio sembra complicato. Come mamma posso dire che durante lo studio serve un allenamento, come serve anche un momento di riflessione autonoma per metabolizzare quello che si è appreso. Spesso è durante i compiti che ci si accorge di non aver compreso un concetto, non saperlo applicare in situazioni diverse dall'esempio. In questi casi, il genitore spesso arriva alla veloce conclusione che il bambino non sia preparato, ma in realtà è proprio di fronte alle difficoltà che devono venire fuori i dubbi. Da questo punto di vista, ben vengano i compiti. Dalla mia esperienza di homeschooling posso consigliare di cercare attività ludiche per rinforzare o mettere alla prova le conoscenze. L’idea di fondo è sempre che se il bambino non ha capito gli appunti, possiamo sicuramente aiutarlo a comprenderli ma può servire un esempio diverso, magari più pratico, che preveda una attività manuale per esempio. I compiti sono utili quindi per allenarsi, per chiarire i dubbi ma anche per affrontare l’argomento in modo più divertente cercando attività adatte. Nel libro ho raccolto attività per ogni materia.




Come viene affrontato, nel libro, il "problema" dei compiti?



Sono quasi sempre i genitori a definire i compiti un problema perché di fronte alla scarsa voglia di studiare inizia un lungo braccio di ferro per mettere i figli davanti ai libri. I compiti sono un problema se manca interesse verso lo studio e questo come genitori lo possiamo stimolare in tanti modi. Nel libro ho differenziato le attività possibili in base al tempo che una famiglia può avere a disposizione. C’è qualche idea per tutti. L’importante è arrivare a vivere gli anni della scuola come una esperienza felice anche in casa. Nella storia di una famiglia l’esperienza scolastica dei figli occupa almeno 13 anni. E’ un periodo lungo e guardarlo come un’epoca di litigi per lo studio o come un ricordo felice di anni sereni fa grande differenza. A volte basta davvero poco per cambiare l’umore familiare. Durante i compiti possiamo capire molto dei nostri figli e costruire anche in quelle occasioni il nostro rapporto con loro.




"Mamma, la scuola!" parla anche di metodo: uno solo per tutti o più metodi per apprendere?



Negli ultimi anni si parla molto di intelligenze multiple. C’è grande attenzione alle diverse forme di apprendimento. C’è il bambino che impara ascoltando, quello che deve leggere da solo, quello che deve fare manualmente per capire, quello che ha bisogno di ambiti diversi. Questo solo per fare alcuni esempi. Se sommiamo le passioni personali dei bambini, capiamo meglio che al piccolo lettore possiamo proporre di approfondire un periodo storico leggendo un romanzo ambientato in quell’epoca mentre al bambino che ama costruire possiamo suggerire una attività con carta e colla. Ogni argomento e ogni materia ha tante declinazioni diverse e relativi attività differenti da provare. I bambini sono diversi tra loro ma lo sono anche le famiglie: c’è quella che ha più tempo, quella che delega parte dell’educazione ai nonni, quella che ama i musei e quella che preferisce attività di gioco. Bambini diversi, stili di apprendimento diversi e famiglie diverse. Un metodo solo non basta. Non ho voluto fare una scelta a priori delle attività da proporre nel libro perché ho preferito inserirne di diverse tra loro in modo che ogni famiglia potesse scegliere le più adatte alle proprie necessità (gusti, tempi, preparazione) e comporre un programma proprio, da variare durante il tempo se necessario. L’importate era per me spiegare quali alternative ci sono.




Il ruolo della scuola e quello della famiglia nel percorso di crescita del bambino: due realtà diverse o fortemente connesse tra loro?



Sicuramente sono due realtà fortemente connesse. C’è un patto educativo tra scuola e famiglia. In molti istituti questa attenzione è particolarmente sollecitata a inizio percorso. Ognuno ha il suo ruolo, i suoi obiettivi, ma serve una coesione di base. Sono spesso i genitori quelli che devono imparare il loro nuovo ruolo nel momento in cui i figli entrano alla primaria. E’ un salto non solo per i bambini. Gli insegnati danno sempre delle linee guida su come collaborare nello scopo educativo, ad esempio ricordando ai genitori di insegnare l’autonomia ai figli, la responsabilità verso lo studio, ma anche creando nei limiti del possibile un ambiente familiare che faciliti e invogli l’apprendimento. Quest’ultimo è il tema centrale del mio libro.




Secondo te quali sono i problemi che la scuola italiana, oggi, deve affrontare?



La Scuola ha molte difficoltà in questo periodo. Ci sono tante persone che lavorano al suo interno che stanno facendo salti mortali. Come genitori possiamo fare due cose. La prima è abbandonare il ricordo della scuola che abbiamo frequentato noi, perché ci limita nel giudizio. L’organizzazione è cambiata e il confronto a volte rappresenta un ostacolo. In secondo luogo possiamo sostenere gli sforzi dei nostri bambini a casa, anche con piccoli gesti alla portata di tutti. Chi ha più tempo potrà sperimentare qualche idea da laboratorio, come quelle suggerite nel libro. Chi ha meno tempo, può sbizzarrirsi scegliendo idee più veloci. Le possibilità sono tante e si possono realizzare in molte occasioni quotidiane con grande facilità.




Nella parte finale del libro il lettore può trovare una serie di link utili, dai film consigliati al materiale didattico da scaricare: qual è il ruolo della rete nel processo educativo?



La rete offre infinite possibilità per approfondire lo studio o semplicemente creare curiosità di imparare. Sicuramente proporre fin dall’inizio internet come fonte di apprendimento può instaurare il legame giusto tra bambini e tecnologia per farne anche in futuro un uso consapevole.










Dove possiamo trovare te e il tuo libro?



Io continuo a raccogliere idee che racconto sul blog Scuolainsoffitta. Il libro è in vendita sui principali siti di vendita libri sia in forma cartacea, sia in versione digitale.


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