#PEDAGOGIAEPOLITICA - Officine del futuro.


                          
Ogni mese il gruppo Facebook  "Educatori, Consulenti pedagogici e Pedagogisti"  propone un tema, una riflessione educativa, alla quale partecipare con un proprio contributo scritto. Una volta raccolti, quest'ultimi vengono ospitati e divulgati dal circuito blogger di Snodi Pedagogici
 
Il tema del mese di marzo: pedagogia e politica
 
 "La cura della polis attraverso le pratiche di accudimento sociali. Una dimensione politica dell'educazione che esiste, anche se il termine politica, oggi si confonde troppo spesso con "partito" e può spaventare. Politica ed educazione, invece: due facce della stessa medaglia. Perché se le pratiche educative non diventano cura dei territori e costruzioni di reti di significati sociali, l'educazione perde in partenza la sua sfida. Un'educazione che non ha bisogno dell'aggettivo "civica" per essere sostanziata. Perché educare è già un atto civico. L'educazione tras-forma l'umanità in cittadinanza".

Un tema che va oltre le classiche figure educative e che contempla chi nella società cresce, vive e in questa vede un'occasione da lasciare come eredità alle nuove generazioni.

 

Buona lettura.

Sylvia B.
 









#PEDAGOGIAEPOLITICA - Officine del futuro.


 

 

“Non v'è nulla di nuovo: tutto si ripete, e subito passa.”

(Marco Aurelio) 


Entrando in un’aula non vediamo solo ragazze e ragazzi, giovani degli anni’10 del XXI secolo, ma con un piccolo sforzo d’immaginazione abbiamo di fronte agli occhi “in potenza” le donne e gli uomini, che avranno grandi e piccole responsabilità nella nostra comunità glo-cale: panettieri, ingegneri, operai, commesse, manager, politici, avvocati, salumieri, etc..etc..
Entrando in un’aula, vediamo una piazza, una piccola agorà “in fieri” e in divenire davanti ai nostri talvolta superficiali sguardi: le loro aspirazioni, ambizioni, i loro sogni lì (a scuola…) prendono progressivamente forma, metamorfosando il presente in un versione “ventura” di esso, che lascia senza parole genitori e insegnanti per la rapidità di questi processi, sfuggenti come l’aria che non si lascia catturare.
Entrando in un’aula, scorgiamo le dinamiche della comunità del domani, i meccanismi, le consuetudini ancora embrioniche, ma individuabili tra le quattro mura scolastiche: in un’aula del 2014 siamo immersi nella polis del domani; vediamo il battito d’ali della mitica farfalla, che scatenerà la tempesta.
Come scorgerne i segni?
Come poter evitare la “coazione a ripetersi” di certi errori, che la Storia nel suo vorticare porta con sé, tra “tragedia e farsa”? 
Come far in modo che la polis degli anni’40 e ’50 del corrente secolo sia la comunità degli anni di una culturale rinascita e non, come cento anni prima, degli anni di una guerra e della successiva ricostruzione anche se immersa nei “Trent’anni gloriosi” del welfare state, ora amaramente declinante?
Come evitare, parafrasando Marco Aurelio, che “tutto passi, ripetendosi”, lasciando a noi insegnanti l’amarezza, e nei genitori la rassegnazione, che ogni nostro intervento non incida nelle menti delle “donne e uomini del 2044”, perché tanto nulla cambierà? 
Sono domande a cui non saprei rispondere, in verità, ma alle quali potrei fornire un esempio di “agire per incidere”, perché contano i fatti, che possano poi essere narrati in parole per darne esempi efficaci: quindi..?

Facendo comunicare le nostre ragazze e i nostri ragazzi (il presente), le loro aspirazioni e sogni (il futuro), con quanto è alle loro e alle nostre spalle, ovvero quel passato tanto bistrattato, perché troppo lontano e diverso nelle sembianze, ma non nel cuore dei loro comportamenti e delle loro azioni.
Nel nostro istituto (icpontalpi.org) gli alunni delle classi prime del tempo prolungato, in collaborazione con la Dott.ssa Franca Cosmai e le docenti del nostro istituto, Prof.sse Mattia e Mares, sono protagonisti di un progetto denominato “Officina dello storico”: un modo per lavorare con gli strumenti della Storia (i documenti, le fonti: “il sommarione  e gli stati delle anime di Soccher, frazione di Ponte nelle Alpi” del 1815) ed “ex premere” da essi il succo di riflessioni culturali e socio-economiche inerenti  la composizione delle famiglie dell’epoca, la diffusione di taluni cognomi, i tassi di fecondità e l’età media della popolazione e altro ancora.

Un progetto che mette in gioco diverse competenze europee:
- “informatiche”, mediante l’uso di “tablet/pc” per tabulare dati e piattaforme di e-learning come Moodle per condividere relazioni/ricerche/dati;

- “metodologiche”, imparando a strutturare i dati ricavati dagli “stati delle anime di Soccher del 1815” in tabelle e grafici e interpretarli per redigere una relazione; 

 - “culturali”, realizzando interviste ai proprietari degli antichi cortili cittadini, che diventino il testimone che gli anziani custodi di questi tesori consegnano alle giovani donne e ai giovani pontalpini della polis di domani, lasciando interiorizzare quel senso di “bene comune”, agonizzante da qualche decennio. 

Secondo l’idea della Prof.ssa Cinzia Mares, ideatrice del  progetto, il termine “officina” vuole riportare la scuola alla sua idea prima di laboratorio, di bottega in cui lavorare le materie prime (in questo caso il tempo e i beni comuni di una polis), in cui sporcarsi le mani, per imparare e apprendere dagli altrui passati errori, da dinamiche già accadute che possono aiutarci a scegliere con consapevolezza: perché per far fiorire la polis del futuro la scuola non dia risposte (“troppa acqua che marcire fa..”), ma offra narrazioni, da cui far affiorare dubbi, che mettano i nuovi “politici” (abitanti della polis) in condizione di ricordarsi di quanto già accaduto e agire conseguentemente (“centellinata acqua che fa fiorire..”)
Re-cordare, ovvero “far tornare alle cardiache corde”.

Un cuore che ha già letto, conosciuto, già vissuto e che palpita per una nuova polis dal sangue già scorso e palpitato (il nostro passato) e che riannoda fili, corde temporali (passato-presente-futuro), che non viaggiano indipendenti e paralleli: s’intrecciano e vicendevolmente acquistano forza.



Chi è l'autore di questo articolo:
 
 
 
 
Pasquale Nuzzolese
 

Professore di Lettere alla  Scuola Secondaria di I grado “Sandro Pertini” di Ponte nelle Alpi (BL), vivo da sei anni tra le “Scogliere di Dio” bellunesi, dopo averne trascorsi ventisei nell’Atene delle Puglie, Trani,  terra dove mi sono laureato in Lettere moderne, indirizzo storico-sociale (2005) e ho conseguito l’abilitazione all’insegnamento (SSIS – Puglia, 2008).  Ritrarre in “scatti di luce” la realtà (Instagram) e declinarla in 140 caratteri  (Twitter) sono il modo in cui vivo le humanae litterae del XXI secolo.
 
 
Snodi Pedagogici, tiene a precisare che il percorso dei blogging day non è casuale, ma facente parte di un progetto culturale più ampio. Quest'ultimo si sta lentamente concretizzando e appena avremo alcune conferme ne daremo l'annuncio, chiedendo a chi ha partecipato fin dal primo se è d'accordo a prendervi parte.
 
 
 

 
Tutti i contributi su #PEDAGOGIAEPOLITICA verranno pubblicati qui.
 I blog che partecipano:

 

Il Piccolo Doge
 Ponti e Derive di Monica Massola
 La Bottega della Pedagogista di Vania Rigoni
 Allenareducare di Luca Franchini
 Nessi Pedagogici di Manuela Fedeli
 E di Educazione di Anna Gatti
 Bivio Pedagogico di Christian Sarno
 InDialogo di Elisa Benzi
 Labirinti Pedagogici di Alessandro Curti

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