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Visualizzazione dei post da ottobre, 2013

App, tablet e bambini.

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Ho sempre guardato con poca comprensione chi lascia il proprio cellulare in mano a bambini molto piccoli ancorati al passeggìno, ancora incapaci di sgambettare ma abili nel saper avviare la canzoncina preferita dall'iPhone di mammà, come palliativo per tenerli "occupati". L'ho sempre trovata come un'esagerazione, come se il pargolo, per non frantumare le sfere all'universo adulto, debba per forza autosospendersi in un limbo tutto virtuale proiettato da un piccolo display. Niente strilli, strepiti, capricci e un " Ragazzo, tieni e non rompere " è sempre stato il messaggio che un po' mi pareva di cogliere. Poi è arrivato mio figlio. Nonostante usi (o abusi, questo post è anche un mea culpa , che si sappia) il cellulare per connettermi quotidianamente alla rete dove leggo,  lavoro, mi documento ma anche (forse soprattutto) mi sollazzo, ho sempre evitato di utilizzarlo con lui come strumento di distrazione di massa, fatta qualche rarissima

Intervista a Federica Fiorani, autrice self.

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Benvenuto sul Il Piccolo Doge Federica Fiorani. Parlaci un po' di te. Buongiorno a tutti e grazie per l'invito. Mi chiamo Federica Fiorani, ho 41 anni e vivo in provincia di Biella con mio marito e i nostri due figli. Il tuo libro “Morte nella camera della malata” è stato auto-pubblicato  su Amazon, di cosa tratta, qual è la storia? È un romanzo a sfondo giallo ambientato a New York. Qui la protagonista, Katherine Mitchell, dopo un lungo periodo di inattività lavorativa, ricomincia a lavorare ottenendo un posto presso il Metropolitan Museum. Ma il lavoro tanto atteso si trasforma presto in un incubo: assegnata alle stanze di una mostra temporanea dedicata al pittore norvegese Munch, l'autore del celebre “Grido”, rimane colpita ed angosciata dal quadro “Morte nella camera della malata” ed in particolare della figura di donna in primo piano e dal suo sguardo severo. Perché quel quadro la inquieta tanto fino a diventare un'ossessione e quale i

Educazione e cinema: intervista a Federico Videodrome Frusciante.

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Conosco Federico per puro caso, in quella bolgia virtuale che è Facebook , poichè amico di una mia amica. Leggo qualche post che lei commenta e, ringraziando l'incrocio occasionale dei "Mi piace", scopro la sua passione per il cinema . Federico propone recensioni su YouTube di film, attori e registi e così, spinta dai vari commenti positivi sotto alle condivisioni dei suoi video, provo a vederne uno. Scelgo quello su Tim Burton , tra l'altro regista che adoro; l'occhio cade inesorabile sulla durata del filmato e noto che dura circa un'ora è mezza. La bocca mi si comprime in una smorfia, sto visualizzando da un IPhone e non credo che riuscirò mai a seguire l'intera recensione, vuoi per motivi "logistici" o per la lunghezza del tutto, troppo per i miei gusti. Mi conosco, sarà dura convincermi a restare lì, per tutto quel tempo davanti al piccolo display del mio telefono. É una sfida, Federico non lo sa e parte nel momento in cu

Sfida & educazione.

Con questo articolo partecipo ad un esperimento di  cross blogging:  cinque blogger dicono la loro sull' educazione rapportando la riflessione al proprio campo d'interesse, in questo caso scrittura, fotografia, social media, arte e pedagogia. La pubblicazione dei cinque contributi avviene nello stesso giorno, alla medesima ora, nei propri blog. Alla fine del post troverete i link degli altri articoli. Ringrazio  Daniele  Imperi  per questa " sfida " e se di sfida si parla, allora... Qual è la più grande sfida dell'uomo? Vediamo:  giungere sulla Luna?  Fatto, anche se c'è il dubbio che l'uomo non abbia mai veramente compiuto quel "piccolo" passo se non in uno studio televisivo, dietro casa. Va be', quisquilie, mettiamo che il dubbio non ci sia e che questa sfida sia stata vinta... Poi? Clonare un animale? Ah sì, giocare a fare Dio che riproduce in scala esseri viventi identici gli uni agli altri, in laboratorio, è stata una delle p