È vietato calpestare i sogni.

È vietato calpestare i sogni.

Questo post è stato scritto qualche mese fa ed è dedicato ad Angelo, una persona gentile che ci mancherà sempre.



Stamani ho accompagnato mio figlio all’asilo.
A lui piace andare lì, si diverte, gioca ed ha la possibilità di fare esperienze nuove anche da solo senza che mamma e papà siano presenti.
L’inizio di un percorso che dovrebbe portarlo alla scoperta delle proprie aspirazioni e far emergere i suoi sogni, il motore che ci spinge a lottare contro le avversità del quotidiano, che ci indica la montagna da scalare e che dà un senso alla nostra vita.
Lasciato a scuola e con questo pensiero in testa vado a comprare il pane e mi fermo a scambiare due parole con la fornaia e, guarda caso, il discorso cade proprio sui sogni: la sua figliuola più grande, quasi adolescente, par voler, appena possibile, trovare un lavoro perché studiare non le assicurerebbe un futuro sicuro, stabile, di quel tipo, lei dice, dove puoi far programmi a lungo termine.
La fornaia, donna saggia e madre attenta, mi dice che ha cercato di far intendere alla figlia che i sogni van inseguiti e che non bisogna “accontentarsi” di quel che la vita pare riservarci e che studiare serve, sempre e comunque, non solo per poter espletare degnamente una professione ma anche per se stessi, per non lasciarsi pigliare dagli eventi senza capire chi o cosa ci ha travolto.
Vado a casa rimuginando su quanto detto, con due sacchetti pesanti e un grande ombrello che mi protegge il capo da una pioggia più autunnale che primaverile, metafora forse dei pensieri che mi accompagnano.
Una volta al riparo mollo le borse, mi sfilo gli stivali in pelle e mi abbandono sul divano controllando dall ‘iPhone la bacheca generale di Facebook, un posto dove speranze e delusioni vengono quotidianamente espresse mediante post, link ed immagini, e mi giunge la notizia della improvvisa scomparsa di un caro amico.
È stato strappato alla vita, così da un momento all’altro senza preavviso. Per lui il tempo di realizzare i propri sogni è terminato, in maniera crudele e beffarda per andare lì dove per noi è ancora un mistero.
È un momento brutto, questo, per sognare, la crisi rende tutto più sterile, difficile e le speranze a lungo andare divengono semplicemente  spirito di adattamento ad un qualcosa che non avremo mai voluto fare, da grandi, ma che ci tocca perché “tanto è andata così”
No, non ci sto!
“Noi siamo fatti della stessa sostanza dei sogni” e questi, perché son proprio sogni, non sono mai stata a portata di mano in nessuna epoca, stato sociale o confine geografico.
Non è tanto la realizzazione del sogno a renderci ciò che siamo, bensì il percorso fatto per provare a realizzarlo: noi siamo tutto ciò che in quel viaggio abbiamo attuato, appreso e condiviso.
Quindi sognate perché è un vostro diritto farlo, sognate e lottate perché questo lo rimanga, fatelo per voi stessi e per chi verrà dopo di voi.
Fatelo per chi non può fisicamente muoversi per una qualunque malattia che lo costringe all’immobilità, anche se fra questi troverete chi ha più forza di voi e nonostante tutto continua a sognare.
Nel caso prendetelo ad esempio nei momenti di sconforto.
Sognate e lottate per i vostri sogni: è vietato calpestare i sogni anche in nome di chi non c’è più!
Continuate voi, per loro, a sognare.


Questo articolo è stato pubblicato su: TuttoPerLaMamma.it

Sylvia Baldessari

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