#PENSODUNQUEBLOGGODUE - La Parola in educazione.



In questi giorni di fine estate, un po' freddi e piovosi, mi sto dedicando alla lettura prediligendo testi in formato ebook.
Tra questi, ora, sto affrontando un delizioso giallo, delizioso per il suo stile delicato e la brevità dei suoi capitoli che lo rendono piacevole e adatto a una lettura ad alta voce, magari davanti a una classe di una scuola media, anche grazie a una sua particolare struttura dove il lettore più attento può divertirsi a scovare gli indizi che, la sua giovane autrice, ha saputo con sagacia sparpagliare qua e là nei vari capitoli.
Trattasi di "L'enigma delle scarpe rosse"  scritto da ManuelaParic'.






Lo so, vi starete chiedendo cosa c'entri questo con il tema di questo ultimo blogging day lanciato da Snodi Pedagogici e che dovrebbe riallacciare tutti i fili delle riflessioni che in questi mesi abbiamo lasciato sospesi in rete, in attesa che venissero anche da voi afferrati.
C'entra, c'entra eccome e tutto si concentra con il termine "parola".
In una relazione educativa, reciproca e intenzionale dove non si può obbligare l'altro ma semplicemente invitarlo a percorrere nuove strade alla scoperta di sé, la parola è uno dei più potenti strumenti.

Essa non dovrà ammaliare ma disvelare.
Essa non dovrà indurre ma incuriosire.
Essa non sarà mai forzata ma sempre autentica.
 
 
Manuela Paric' , forse in maniera inconsapevole e dettata solo dal suo estro, usa la parola per creare racconti che, se letti ad alta voce ai più giovani, potrebbero aiutare ad amare la lettura trasmettendone la passione, mettendo così la sua Parola al servizio dell'educazione, perché leggere apre la mente predisponendola al confronto.






E come hanno usato, la Parola, gli autori che ho ospitato in questi tre ultimi blogging day

EducazionEamore - "L’educazione all’amore come dimensione particolare dell’incontro (umano e tra esseri viventi), alla sessualità, all’affettività, alla passione, intesa non solo come eros ma più etimologicamente come provare un forte “sentire” per qualcosa o qualcuno.
Come educare e come educarsi all'amore, in tutte le sue sfaccettature..."


EducazionEbellezza  - Quale posto ha l'educazione al Bello nella nostra vita? Come siamo stati formati e come vogliamo formare i nostri ragazzi alla bellezza? Non è semplice educare a un concetto così soggettivo, ma è necessario, specialmente in un'epoca in cui, si dice, tutto è soggettivo e più nulla ha valore assoluto"

PedagogicAlert - "Quali sono le zone oscure dell’educazione?
Quali elementi ci sono nell’educazione e nella pedagogia che, se non vengono valutati, portano l ‘azione educativa ad essere “pericolosa” per chi educa e chi è educato? 
Chi sono i cattivi maestri?
Oppure la pedagogia può come disciplina, citando Marguerite Yourcenar, saper guardare nel buio con disobbedienza, ottimismo e avventatezza e scoprire strade inusitate?"
 
?


Nei primi due ho avuto il piacere di dare spazio alla Parola di Pasquale Nuzzolese, ("Affidando a sé..."  - "Enthousiasmos") giovane insegnante di lettere.
Le parole che ha saggiamente scelto, non solo lo "descrivono" nel suo essere uomo di cultura e di lettere nel quotidiano - lo stile e le varie citazioni poetiche inserite nei suoi scritti o chiamando in causa i grandi autori del passato nelle sue metafore - ma anche raccontano la sua esperienza come professore, narrando ciò che prova a fare con i suoi ragazzi dentro (ma anche fuori) la scuola.
Il che non è un semplice narrare ma un aprirsi al mondo dove, raccontandosi, chiede e si chiede, interroga e s'interroga, proponendo nuovi quesiti, ponendosi in linea con il casuale lettore, in un probabile incontro virtuale con lui.
Costituendo così, attraverso l'uso delle sue parole, uno spazio per una libera e reciproca riflessione su questa dimensione, quella dell'insegnamento, che gli e ci compete sempre e comunque
 
- un maestro, così come un genitore o un amico, possono spesso ritrovarsi nella posizione di insegnare qualcosa a chi gli sta accanto oltre che apprendere a loro volta... -

Linea, che con gran maestria, ha saputo porsi anche Christian Sarno, ("Il lato oscuro dell'educazione") l'autore ospite per PedagogicAlert, blogging day dal tema non facile ma che lui ha saputo affrontare giocando abilmente con le sue parole, tramutandole in mezzi per donare la propria esperienza sia come genitore che come professionista nell'educazione.
Ha saputo mischiarle così bene che, attraverso la lettura dei vari commenti in rete nel momento in cui il suo articolo veniva da altri condiviso, ho potuto constatare come il lettore non abbia potuto far a meno di immedesimarsi nel suo scritto, confrontarsi e talvolta anche "consolarsi" sentendosi meno imperfetto e forse ricaricato di nuove forze, speranze e desideri davanti a una situazione per lui problematica e per la quale, chissà quante volte, s'è sentito "solo".

La Parola, perno di questo nostro percorso di comunicazione circolare, mezzo intenzionale, dotato di un'intenzione pedagogica e reciproca, dove chi narra si espone, mescolandosi al vissuto di chi decide di accettare il confronto dando risposta e di conseguenza modo per l'autore stesso di rileggersi da un altro punto di vista e riscoprirsi, nuovamente.

Parole in educazione per divenire altro.
Un apparente caos di lettere, termini e significati che se scelti con sensibilità e con la volontà di invitare l'Altro davanti a sé, a specchiarsi nei riflessi d'umanità che la rete offre, allora trovano il loro ordine pedagogico ed esistenziale.
Ecco lo snodo educativo cruciale tra la Parola scritta, digitata e l'educazione.


Cosa ha significato, per me, questa esperienza con i blogging day.

L'esperimento lanciato dal gruppo di Snodi Pedagogici e che ho avuto il piacere di coordinare fino a qui (ma il nostro è stato un lavoro di squadra, giusto specificarlo) in tutti questi mesi mi ha messo a dura prova.
Ma se guardo indietro e raccolgo il tutto, le risate, le discussioni, le ore passate su whatsapp e facebook per organizzare tutto il lavoro e le opportunità giunte, sia a livello professionale ma in particolare modo quelle che mi hanno arricchita di più umanamente, allora mi accorgo come questo non solo sia un percorso formativo per chi viene coinvolto ma anche auto-formativo per chi lo propone.
 
 
- ed ecco ritornare quel senso di circolarità pedagogica -

Mi rendo conto di esserne uscita "diversa" da quando iniziai, più consapevole, sia a livello tecnico sulle modalità d'uso dei social web (anche se ho ancora molto da imparare, lo so) e sulle possibili strategie educative da applicarvici, ma soprattutto una maggior consapevolezza su alcuni sfumature del mio carattere che ho dovuto affrontare, contemplare e superare.

- a stare bene con gli altri si finisce a stare bene, talvolta, anche con se stessi.
Anche in mondi virtuali -






Il 28 agosto i blogger del gruppo Snodi Pedagogici scriveranno e pubblicheranno una serie di articoli, sui propri blog, inerenti ai blogging day già pubblicati:

‪#‎EducazionEAmore‬
‪#‎EducazionEbellezza‬
‪#‎PedagogicAlert‬

Una sorta di conclusione su quanto è emerso fino ad oggi grazie ai vostri contributi, per rileggere assieme a voi i passaggi fondamentali, provando a dare delle risposte ma anche porre e porsi nuove domande, in vista dell'antologia che verrà pubblicata ad autunno e il cui ricavato andrà in beneficenza alla "Locanda dei Girasoli" di Roma

Gli articoli verranno pubblicati sui diversi social con ‪#‎Pensodunquebloggodue‬ e raccolti sul sito di Snodi Pedagogici

I Blog Partecipanti:


La Bottega della Pedagogista di Vania Rigoni
Ponti e Derive di Monica Cristina Massola
Nessi Pedagogici di Manuela Fedeli
E di Educazione di Anna Gatti assieme a un guest post di Alessia Zucchelli, collaboratrice del blog
Bivio Pedagogico di Christian Sarno
TraFantasiaSpazioAzione di Monica D'Alessandro Pozzi
Labirinti Pedagogici di Alessandro Curti
In Dialogo di Elisa Benzi
Il Piccolo Doge di Sylvia Baldessari




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