"La bestia" l'ultimo ebook di Vera Q.

 
 
Con piacere ritrovo Vera Q. per parlare con lei del suo ultimo libro: La bestia.
Ciò che più mi attira, nello stile di questa misteriosa autrice (avete per caso mai visto una sua foto in giro?) è la scelta dei temi che i suoi racconti disvelano, pian piano, al lettore.
Temi scomodi che, in un mondo come il nostro, tendente a una bellezza estrema, omologante e perfetta, non riescono a trovare il loro posto nel mercato editoriale, più propenso a scommettere su titoli frivoli e nomi già visti.
E tra una sfumatura e l'altra, io preferisco quelle più cupe dove l'umanità più abietta si muove, tessendo indisturbata le trame dei nostri tempi: per camminare in piena luce bisogna esser consapevoli dell'ombra che, dietro, proiettiamo...
 
Buona lettura.
 



Ciao, Vera e benvenuta. Sei un'autrice vulcanica: siamo alla tua quinta pubblicazione, "La bestia". Qual è la trama di questo nuovo e breve racconto?
Ciao, Sylvia e come sempre mille grazie per la tua ospitalità.

Ed eccomi solerte con la sinossi:
"La bestia" è un racconto di morte, nel quale i terrori e le cicatrici che hanno segnato la storia d'ascesa del genere umano diventano parte delle vicissitudini quotidiane.
Una stanza alla fine del mondo, dove la furia va alla conquista di spazio e vita.

Enrichetta è una persona felice.
L'arconte K., altrettanto.
Ciò che li accomuna è l'inesorabile legge dell'evoluzione. Precetto che vede un solo vincitore nell'eterna lotta per la sopravvivenza.
Uno scritto che percorre, con amarezza, un insolito inquietante cammino dell'uomo. 


Leggendolo mi sono accorta come i tuoi racconti, il più delle volte, s'intreccino a notizie recenti, d'attualità: puro caso? Da dove prendi lo spunto per scrivere?
Il lecito dubbio di portare rogna, lo ho. Lo ho possente. E, in fondo, mi piace.
Effettivamente mi sento Cassandra. Inizio a scrivere qualcosa e ZAC! Accade.
Dovrei forse pensare ad una trama con vincite milionarie.
Lo spunto per la Bestia nasce da un brevissimo raccontino scritto di getto, dove c'era un solo protagonista, Enrichetta. E davanti al grasso panino notturno è sorto il suo degno compare: l'arconte K.
Li ho semplicemente fusi. Pane e fontina, insomma.
Enrichetta è la naturale madre di K.: non avrebbe avuto senso la sua storia solitaria. Un incompleto, ecco.
E in ogni caso, quando si scrive di sciagure e morti variopinti, è facile individuare la realtà.
Niente al mondo è più feroce della boria umana, declinata in potere, supremazia e totale disinteresse per il prossimo: cronaca quotidiana alla quale siamo, evidentemente, assuefatti.
Tutti.

Nei tuoi libri non c'è mai un eroe né un personaggio legato a più libri. I tuoi eroi nascono e muoiono nell'arco di una sola narrazione. Chi è il vero protagonista nei tuoi racconti, allora? 
La vita, Sylvia. Lei è la protagonista e si esaurisce, per l'appunto, in una vita.
Nasci, vivi e muori.
I miei personaggi nascono, sopravvivono e muoiono.
Una vita per ciascuno di noi, democraticamente. Anche nei miei libri.
O forse è banale tirchieria la mia.

Hai sempre affrontato temi legati all'inconscio, alla mente umana, esplorando angoli remoti dell'animo, spesso difficili da affrontare, crudi ed efferati, gettandoli davanti allo sguardo del lettore, il quale non può che confrontarsi con essi. Cosa ti spinge a raccontare queste storie? La tua èuna scelta anche poco editoriale...
Non credo di saper scrivere altro. E di voler scrivere altro. Il che è un bene: immagina l'ansia di voler essere ciò che non si è.
Sono storielle buie, niente più. A modo mio.
Moltissimi libri trattano i miei stessi temi, cambia solo l'approccio. Io opto generalmente per il "senza ritorno".
Sono piccoli incubi, e chi predilige sogni paciosi probabilmente mi troverà una lettura non gradita. 
Ah, i gusti! Meravigliosi, insindacabili gusti!
E confido che, tra i tanti gusti, qualcuno sia in armonia con il mio. 

Ammetto di aver letto le recensioni ai tuoi libri su Amazon con i più disparati paragoni. A quale genere ti ispiri in verità?
Non so risponderti, Sylvia. Ho molte difficoltà a darmi un'etichetta.
Se i precedenti scritti possono avere una qualche lontana parentela con il thriller e il noir, La bestia non la so incasellare. Da qui comprendere a cosa m'ispiro è impossibile, davvero non lo so.
Sicuramente alle mie letture horror, dopo alzo le mani.
E tutte queste domande complicate amplificano il mio già generoso senso s'angoscia, sappilo!

Scrittura ma anche arte: le copertine dei tuoi libri rappresentano sempre opere d'artisti. Come viene scelta l'immagine di copertina?
Quella! Quella è l'unica parte elettrizzante di tutto il processo. Io scrivo soltanto per possedere le copertine, lo confesso.
Inizio a fremere verso il quinto capitolo, e parto come un segugio in rete con largo anticipo.
Rete che avrà tanti difetti, ovvio, ma ti permette esperienze incredibili.
Ho avuto modo di scovare artisti unici. Persone gentilissime e ben disposte nell'aiutarmi.
Trovo sempre l'immagine che, per me, racconta quel che ho davvero scritto, e soltanto guardandola. Amore a prima vista.
Chiaro: per me, ribadisco. 
In un quadro ciascuno coglie sfumature differenti.





 

Di la verità: stai già scrivendo il prossimo...
Certo! E sono due.
Uno con tre capitoli da rivedere, e l'altro nella mia testa. Ardua scelta, terribile.
Darò un'ultima chance alla storia abbozzata, rileggendo quel poco fatto, e deciderò se lasciarla sedimentare per dedicarmi al nuovo venuto.
Però, diamine, ho già iniziato a cercare le eventuali copertine per entrambi!

Dove possiamo trovare "La Bestia" e tutte le tue altre pubblicazioni?
Questo il link ai miei lavori, e nel caso buona lettura!


 

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