Logica Natalizia.




Il Natale è da sempre fonte inesauribile di ricordi.
Ogni Natale comporta una tacca, un minuscolo segno inciso nei meandri della mia mente, in quella zona dove racchiudiamo tutti quei momenti significativi della nostra esistenza.
Fra queste ce n'è una che oggi mi va di accarezzare, di percepire con un impalpabile tocco delle dita, così da donarle forma concreta attraverso il movimento delle mie mani sulla tastiera, perché possa trasformarsi nel racconto che ora andrete a leggere.
Se questo poi sia totalmente vero, se lo sia solo in parte o addirittura inventato spetta a voi deciderlo.


 



Da piccola Tiziana frequentava un asilo gestito da suore ed il Natale, assieme alla Pasqua, era uno di quei momenti di frenetica attività dove tutto doveva essere perfetto, un'effettiva dimostrazione per i genitori di quel che fino in quel momento era stato fatto. Disegni, lavoretti manuali, canzoni, recite.. Per il 23 dicembre le suore organizzavano sempre una messa in scena per i bambini, un qualcosa che concludesse in bellezza la tradizionale festa della scuola prima della sua chiusura per le vacanze: questa consisteva in tre uomini travestiti da Re Magi che, al culmine dell'evento in palestra, facevano la loro apparizione trainandosi dietro un carretto pieno e zeppo di doni.
L'idea era semplice così come la messa in atto da parte degli adulti: acquistare un giocattolo desiderato dal proprio figlio, impacchettarlo, scriverci sopra il nome, passarlo alle suore la mattina stessa della festa perché potesse finire assieme agli altri sul carretto et voilà, pacchetto servito dal vostro Re Magio di fiducia! Il tutto all'insaputa del figlio, ovviamente, per potergli regalare così un momento magico da ricordare per tutto il resto della sua vita.
La madre di Tiziana è sempre stata una donna corretta e ligia che ha sempre dato il buon esempio eseguendo ciò che la scuola le richiedeva nei minimi dettagli, così tanto ligia che, forse, non s’è accorta di tralasciare quella parte fantastica e di puro stupore che ne sarebbe derivata nel ricevere il regalo da uno dei tre Re Magi in persona.
In poche parole, senza perdersi in spiegazioni e preamboli, portava la figlioletta in un bel negozio di giocattoli, gliene faceva scegliere uno, lo faceva impacchettare davanti a una bimba perplessa e lo metteva via fino al giorno della festa.
"Per chi è?" o " Quando lo apro?" erano le domande che Tiziana ripeteva alla madre, domande seguite sempre da un lapidario "Serve a scuola!" che concludeva così la discussione.
Giunto il grande giorno le urla festose di Tiziana si mescolarono a quelle degli altri bambini, non tanto per la comparsa dei tre Re Magi ma per ciò che si trascinavano dietro: il famoso carretto carico di doni.
Tiziana non riusciva a trattenere la forte emozione di ricevere un dono inaspettato da un uomo che credeva fortemente essere uno dei famosi Magi. Ah la forza persuasiva della Fede!
Quando aprì il regalo e vide il giocattolo da lei scelto dapprima rimase perplessa, poi delusa per lasciare infine spazio alla consapevolezza, poiché aveva amaramente capito che quel suo momento indimenticabile era stato trucidato ancor prima di vedere la luce.
Un po’ come in Terminator, però molto più efficace e meno rocambolesco, risparmiando sugli effetti speciali.




Se siete masochisti e ogni giorno vi ostinate  a seguire almeno un telegiornale, saprete che questo Natale non sarà come quelli passati, che non avremo i soldi necessari per comprare tutto ciò che i nostri cari desiderano.
Oh be’, se qualcuno ha notizie di un Natale ricco per tutti lo invito a dichiararne la fonte qui, perché io non ne ho memoria.
Torniamo, però, al racconto e ai Magi: a pensarci bene non era il regalo in sé a rendere il tutto perfetto, bello ed entusiasmante.
No, era piuttosto come veniva donato che esaltava la cosa, imprimendola come ricordo piacevole dentro la memoria dell'esistenza di quei bambini. Non è tanto cosa ma come, allora, che fa la differenza, che permette di regalare magia e gioia e piacevoli ricordi, una tacca importante, di quelle che non vorresti levigare ma anzi preservare!

Non sarò di certo io a svelare se questo racconto sia vero o meno, ma vi prego di seguirne il suggerimento: non piegatevi ad una logica adulta, della crisi, che vuole a tutti i costi relegarci in un austero e grigio Natale, oppressi dagli inevitabili aumenti di gennaio.

Trovate rifugio in una logica più infantile, dove il tutto con niente è possibile e godete di ciò che veramente è importante, cose che nessuna crisi potrà mai portarci via!

Anzi, prendete la palla al balzo per scrollarvi da dosso tutto il superfluo, anni ed anni di messaggi commerciali subliminali dove "avere di più" non basta mai.
Cercate gli affetti, ciò che alla fine resta e conta, immergendovi in essi così come facevate da piccoli, quando eravate ricolmi di aspettative nell'attesa, beneficiando di una logica ricca, semplice e pura che vedeva nel Natale un'occasione in più per stare assieme.
Fatelo perché non costa niente provarci ma soprattutto perché non è tassabile, almeno non ancora.
Magari vi consiglio di sbrigarvi, che poi, dal 1 gennaio, io non garantisco nulla!

Di qualunque Fede siete, se ci credete oppure no, che possano comunque essere giorni felici.
Questo è il mio dono per voi! Un po' in anticipo, sì, ma i regali inaspettati sono spesso quelli più graditi...
Buon Natale.
Il Piccolo Doge.
 
Sylvia Baldessari
 

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