#PEDAGOGICALERT - ED SKYWALKER - Il lato oscuro dell'educazione.
Il tema lanciato a luglio da Snodi Pedagogici è: #PEDAGOGICALERT
"Quali sono le zone oscure dell’educazione?
Quali elementi ci sono nell’educazione e nella pedagogia che, se non vengono valutati, portano l ‘azione educativa ad essere “pericolosa” per chi educa e chi è educato?
Chi sono i cattivi maestri?
Oppure la pedagogia può come disciplina, citando Marguerite Yourcenar, saper guardare nel buio con disobbedienza, ottimismo e avventatezza e scoprire strade inusitate?"
Questo mese ho il piacere di ospitare Christian Sarno, collega e amico.
Christian è una di quelle amicizie nate casualmente sul web: all'inizio lo incrociavo spesso in un gruppo di discussione su Facebook e non digerivo per niente il suo essere puntiglioso e l'humor inglese al quale spesso ricorre.
Poi, con il tempo ne ho potuto apprezzare la grande lealtà, la sensibilità e l'intuizione educativa.
Certo, continua a essere puntiglioso, tendente a un umorismo tipicamente anglosassone e ho potuto anche constatare un certo nervosismo nel guidare sotto a una pioggia battente, nel caotico traffico milanese...
Vi invito a leggere il suo contributo, dunque, e a "perdervi" nel lato oscuro di questo Blogging Day.
Io non posso che ringraziarlo.
#PEDAGOGICALERT - ED SKYWALKER - Il lato oscuro dell'educazione.
Per chi fa educazione, sia naturalmente che professionalmente ci sono alcuni rischi, alcune possibili deviazioni dalla strada maestra, alcune possibilità di passare al lato oscuro, citando guerre stellari. Proverò qui ad individuarne un paio, sicuro che ve ne siano altre e altrettanto sicuro che io sia caduto, almeno una volta, in tutti i lati oscuri che proverò ad evidenziare.
Educazione VS Manipolazione
Potrebbe essere facile
stabilire il confine tra educare e manipolare, ma non lo è.
Quanti, nell’atto
dell’educare hanno gioito per il ripetersi di un atteggiamento, per
l’obbedienza di un bambino, per l’esecuzione quasi automatica di un’azione.
Quanti si sono rallegrati di un richiesta apparentemente compresa, assorbita,
fatta propria. Chi di noi non ha educato nell’intenzione di trasferire proprie
competenze, saperi, comportamenti, valori e agiti? Dove si situa il confine tra
la manipolazione, la costruzione dell’altro a nostra immagine e somiglianza e
l’educare verso la ricerca della propria strada, dei propri valori, della
propria identità?
Il confine è labile, una sottile linea su cui camminiamo, a
volte oscillando verso il lato oscuro dell’educazione, quel tentativo di “costruire”
soggetti che siano come noi, che pensino come noi e che se possibile ci
assomiglino anche nelle scelte valoriali. Forse però l’educazione è soprattutto
altro; è spingere a cercare il proprio, il proprio modo di pensare anche se è
differente dal nostro.
Siamo pronti ad accettare che l’educare possa produrre
anche differenze, lontananze e addirittura separazioni? Siamo pronti ad
accettare che aver contribuito a crescere figli non significhi averli costretti
ad aderire ai nostri valori e alle nostre modalità di vivere? A volte non siamo
pronti, perché riconoscere se stessi in chi si educa è una azione antica e
seducente. Perché ci dà la sensazione di essere arrivati, che sia rimasto
qualche cosa di noi nell’altro.
Il passo più difficile dell’educare, quello che
allontana il lato oscuro, è
l’accettazione dell’educare come azione orientata verso il livello più alto
possibile di indipendenza del pensiero, delle azioni e dei valori dell’altro.
Il più grande successo per chi educa potrebbe essere aver contribuito a far
crescere esseri in grado di scegliere consapevolmente la propria strada, anche
se questa strada non è quella che avevamo immaginato per loro?
Amore VS Arroganza.
Il secondo lato oscuro è l’arroganza del sapere, quel sapere che alcuni educatori o genitori utilizzano per schiacciare, prepotentemente, gli esseri che avrebbero l’obiettivo di far crescere.
Quante volte ho incontrato questa prepotenza, in ambito professionale
e nella vita. Quante volte mi son chiesto se il genitore che abusava della sua
posizione dominante con il proprio figlio fosse consapevole di essere nel lato oscuro dell’educazione. Qualche
volta mi è capitato di ragionarci anche con gli educatori, quando ci siamo
interrogati sul potere dell’educazione professionale, su quella posizione
dominante che spesso assumiamo grazie alle fragilità e difficoltà delle persona
che incontriamo.
Il governo e la consapevolezza
di quel potere è ciò che ci permette di non cedere al lato oscuro, a quel lato che smette di
dar voce alla forza dell’aiutare per cedere alla forza del dominare. Ho la
fortuna di aver incontrato pochi educatori arroganti, lo devo ammettere, ma
quando li ho incrociati lo ho riconosciuti subito. L’educatore arrogante è
colui che non ha più nulla da imparare, che si pone nell’incontro con le
fragilità come colui che sa, come l’unica possibilità di salvezza, che porta la
sua competenza non per trasferirla ma per evidenziare la sua posizione di
asimmetria, di dominanza. Nei parchi si incontrano anche tanti genitori che han
ceduto al lato oscuro, che governano
la relazione solo utilizzando la loro posizione di potere, non accorgendosi poi
che via via che i figli crescono alcune asimmetrie svaniscono, diventano
inefficaci, perché i ragazzi fanno di tutto per sottrarsi alle posizioni di
sottomissione, per fortuna.
L’educazione è un atto d’amore, un atto che
dovrebbe orientare le azioni per costruire il miglior stato di benessere
possibile. Educare non è solo competenza tecnica, non si impara solo nelle
Università, si impara attraverso la vita, gli incontri e soprattutto attraverso
la sperimentazione diretta dell’educazione stessa. Educare, per come la vedo
io, non vuol dire innamorarsi dell’altro ma provare ad innamorarsi della
relazione che sto costruendo con lui, provare ad innamorarsi di ciò che quella
relazione produce, di ciò che possiamo generare insieme, per me e per lui.
Quando incontro educatori naturali e professionali innamorati dell’educare, mi
pare sia più facile tenere lontano il lato
oscuro.
Chi è l'autore di questo post
Christian Sarno
Blogger in erba, , provando a non sembrare un uomo della generazione cartacea, si muove a volte abilmente a volte in modo goffo all’interno della rete. Innamorato di tutto ciò che si muove intorno all’educazione. Educatore interculturale per la passione per gli sguardi e le culture “altre”. Consulente Pedagogico Interazionale grazie alla scuola dello Studio Dedalo di Milano. Padre felice di figlie femmine. Curioso ed errante in tutti i ruoli che attraversa. Cerca da tempo “il pedagogico” dove sembra non esserci. In formazione continua, studia e impara soprattutto dagli incontri. Nomade dell’educazione avendo attraversato quasi tutti i servizi esistenti nel panorama nei servizi alla persona. Nel 2014 compie il suo diciottesimo anno di lavoro. Amante del cinema e degli sport di squadra.
Lo trovi sul suo blog su facebook, twitter, google+, linkedin e nei bar sport. Se sei fortunato ti può capitare di trovarlo in qualche luogo di lavoro mentre ride e scherza con altri colleghi. Amante della supervisione pedagogica, mal sopporta formazione frontale e slide. Ama gli studenti “speciali” anche se ti fan faticare di più. Quando parla del suo lavoro quasi sempre gli brillano gli occhi. Inventore di un gruppo di facebook (“Educatori, consulenti pedagogici e pedagogisti”), oggi frequentato da più di 2400 tra esperti di educazione e genitori. In costante ricerca di nuove strade professionali e nuove sfide. Interista in modalità malinconia del 22 maggio 2010. Imprigionato, per amore, nella rete di Snodi Pedagogici.
Tutti i contributi verranno divulgati dai blogger di Snodi Pedagogici, condivisi e commentati sui diversi social e raccolti a questo link
I blog che partecipano
Il Piccolo Doge di Sylvia Baldessari
Ponti e Derive di Monica Cristina Massola
Nessi Pedagogici di Manuela Fedeli
E di Educazione di Anna Gatti
La Bottega della Pedagogista di Vania Rigoni
In Dialogo di Elisa Benzi
Bivio Pedagogico di Christian Sarno
Labirinti Pedagogici di Alessandro Curti
Tra Fantasia Pensiero Azione di Monica D'Alessandro Pozzi
I blogging day fanno parte di un progetto culturale organizzato e promosso da Snodi Pedagogici.
Questo avrà termine con l'estate e sfocerà in un'antologia dei contributi che verrà pubblicata sotto forma di ebook, il cui ricavato andrà in beneficenza alla Locanda dei Girasoli
Una volta finito il percorso di pubblicazione online, vari autori che hanno preso parte ai BDay, verranno contattati dalla redazione.