"Nel buio c'è..." e "Il Paese dei ciucci", le fiabe di Arianna Techel.



Eccoci ad un nuovo appuntamento con la fiaba!
Questa volta ho il piacere di parlare di "Nel buio c'è..." scritto da Arianna Techel, autrice anche di "Il Paese dei ciucci".
Leggere "Nel buio c'è..." non è solo raccontare una fiaba ma anche viverla attraverso le belle illustrazioni di Francesca Quatraro e la suggestiva melodia di Virginia Longo.
Com'è possibile?
Vi invito a conoscere Arianna ed il suo fantastico mondo attraverso questa intervista che, gentilmente, mi ha rilasciato.
Buona lettura.


Ciao Arianna, vuoi presentarti ai lettori del mio blog e dirci chi sei e cosa fai nella vita?
Ciao Sylvia grazie per questa intervista!
Sono una mamma a tempo pieno di tre bellissime bambine Sofia Viola e Lucia!
Ho lavorato tanti anni con i bambini in strutture private e cooperative, poi sono diventata mamma e lavorando soprattutto il pomeriggio non sarei più riuscita a stare con le mie figlie. Così ho lasciato il lavoro. Ho fatto però tesoro di tutte le storie avventurose, ricche di fantasia che ho vissuto insieme a tutti i bimbi che ho incontrato. E così scrivere fiabe è stato un passaggio naturale.
 
Autrice del libro "Nel buio c'è..." una fiaba particolare così come lo è il libro. Chi è il vero protagonista della storia?
Questa fiaba vuole raccontare in modo molto semplice quello che forse succede in tante casa durante la notte. Il protagonista è il buio con i mostri che di notte, a volte, agitano i sonni dei nostri bambini. Ma cosa significa poter stare da solo nel buio per un bambino? Grazie all’aiuto di tre professioniste, una psicologa, una musicista e una pediatra cerco di dare delle immagini, degli spunti di riflessioni su questo tema tanto delicato.



I tre saggi che si trovano alla fine evidenziano l'importanza della musica nella relazione con il bambino. Ne parliamo brevemente?
“ La musica è mamma” diceva F. Fornari (Psicoanalisi della musica, Longanesi), la musica, con tutta la sua ricchezza di significati costituisce forse la più importante esperienza di continuità della nostra vita. Giulia Cremaschi, musicoterapeuta, definisce il grembo materno come “la prima orchestra” che il bambino ascolta. Orchestra dove gli strumenti musicali sono la voce della mamma, il battito del cuore, il rumore del respiro, il concerto degli organi addominali.
La voce della mamma rappresenta quindi come ponte fra la vita prenatale e quella postnatale.
Poter quindi per un bambino affrontare il buio e i mostri che in esso si nascondono appoggiato sul cuore della mamma, ascoltando la sua voce, il suo respiro gli si permette di ritrovare il calore e il contenimento sperimentato per 9 mesi. Se ad un bambino è concesso di sperimentare ancora la simbiosi e questo contenimento, nel tempo non sarà più necessaria la presenza fisica della mamma. Basterà il ricordo, un’immagine, una musica per ricostruire il ponte con la realtà. Allora si potrà stare soli… senza sentirsi soli.
Inoltre recenti studi di neuroscienze hanno evidenziato come la modalità cantilenante caratteristica di chi si rivolge ad un bambino piccolo, detta, motherese, sia in grado di attivare nel neonato aree cerebrali collegate alla regolazione delle emozioni.
Vorrei raccontarvi un piccolo episodio personale successo con la nascita della mia terza bimba, Lucia.
Durante il travaglio mi sono aiutata, per controllare il dolore delle contrazioni, con dei vocalizzi. Poche ore dalla nascita Lucia si è messa a piangere. E’ bastato rintonare quel canto per calmarla.
 
La parte video-musicale dell'opera è stata curata da Virginia, una musicista. Le illustrazioni da Francesca. Un libro a sei mani: com'è stato collaborare con loro?
Devo dire che è stata una bellissima esperienza. Entrambe si sono appassionate al mio progetto. Grazie alla loro arte l’idea che io avevo nella testa è diventata realtà.
 
 
 
 

 
 
 
 
 
Qual è il messaggio che vuoi trasmettere con questo tuo lavoro?
Cantare, cantare, cantare ai nostri bambini. E’ un regalo prezioso che gli facciamo e se lo ricorderanno per tutta la vita.
Io ricordo ancora quando stavo sul cuore della mia mamma, era una sensazione bellissima!
 
Se dico fiaba tu dici...? 
Io ti dico: “ credo nelle fate!!!! ” Mi spiego. Scrivere favole mi permette di stare in contatto con la mia parte bambina che guarda ancora il mondo con occhi curiosi e incantati ma con la consapevolezza che la fiaba è anche portatrice di messaggi, di poesia. E’ il linguaggio più immediato per parlare ai bambini, per fargli conoscere il mondo ma anche aiutarli nei loro piccoli grandi cambiamenti.
 
E se dico musica?
La musica è patrimonio di tutti. Non c’è bisogno di essere cantanti o musicisti per poter far musica con i propri bambini. Serve semplicemente ripescare nella propria memoria la propria esperienza musicale di quando si era piccoli. Le canzoncine che si cantavano a scuola, le filastrocche, le rime e condividerle con i nostri figli.
 
Sei anche l'autrice di "Il Paese dei ciucci" un'altra bella fiaba che potrebbe aiutare tanti bambini a superare un passaggio fondamentale nel loro percorso di crescita. Quale precisamente?
Il paese dei ciucci è un luogo fantastico dove è possibile pensare al proprio amato succhiotto.
Una fatina lo porta in un luogo magico dove vengono portati i ciucci di tutti i bambini del mondo. Quando ci si sente un po’ tristi per la sua mancanza grazie alla capacità di immaginare e di creare legami possiamo aiutare i nostri bambini a ritrovare quell’oggetto tanto prezioso, simbolicamente, con la fantasia.
 
Dove possiamo trovare i tuoi libri?
 
Sui siti delle rispettive case editrici:

 
 
Nelle librerie, su richiesta.









Solitamente termino qui l'intervista.
Questa volta, però, mi sento in dovere di condividere con voi quelle che sono state le mie impressioni dopo aver letto il libro assieme a mio figlio, dopo aver ammirato con lui le immagini, cantato e guardato il video.
All'inizio non pareva destare molto il suo interesse ma le illustrazioni, il canto e soprattutto la musica lo hanno invitato ad accoccolarsi tra le mie braccia, a rilassarsi, trovando nella melodia il piacere di assaporare un momento magico, tutto per noi.
"Bel buio c'è..." è un libro che insegna, che raccoglie in sé un qualcosa che forse la modernità ha offuscato ma presente in noi fin dalla notte dei tempi: il senso del ritmo, della melodia del nostro cuore e della natura...

Se vi ho incuriosito questo è il link video-musicale della fiaba che troverete anche a pagina 36 del libro.


 



Post popolari in questo blog

"Il Vecchio Grigio." Una fiaba sul gioco.

Difficoltà di linguaggio: posticipare o no l'iscrizione alla scuola Primaria?

CREARE E GIOCARE CON I LIMERICK: LETTURA PENSATA 2017