EDUCAZIONE DIGITALE: intervista a Cristiana Tumedei.
Viaggiare è da sempre fonte inesauribile d'esperienza dalla quale attingere nuova creatività. Quest'ultima, quindi, sarà la protagonista di questa nuova tappa, di un viaggio intrapreso e dedicato all'educazione digitale: ringrazio Cristiana Tumedei per la disponibilità e per aver accettato di prendere parte a questo percorso.
Buona lettura
Benvenuta
Cristiana, ti va di presentarti brevemente ai lettori del mio blog spiegandoci
di cosa ti occupi in rete?
Sylvia, ti ringrazio per aver
deciso di ospitarmi. Un saluto anche ai tuoi lettori, a cui mi presento così:
“Ciao a tutti, sono una digital lazybones”. Ergo, una fancazzista digitale. La
rete fa parte del mio mestiere e io mi diverto a scoprirla, vivendola
quotidianamente. In realtà, la maggior parte delle mie attività si svolgono
offline. Infatti, sono una Consulente di Comunicazione Integrata e Pubbliche
Relazioni. Negli anni mi sono concentrata sul settore che prediligo,
proponendomi sul mercato – anche quello digitale – come Strategist per Artisti
e Creativi.
Definizione,
per te, di educazione.
Ah, l'educazione: quella
(s)conosciuta! In quanto madre dovrei risponderti al volo, soffermandomi sul
valore della trasmissione della conoscenza e... bla, bla, bla. No, non sarebbe
da me. A mio parere, l'educazione è quello splendido processo per cui –
attraverso la sinergia nata fra persone diverse – queste ne escono
reciprocamente arricchite. Sai, un po' come quando chiacchieri con qualcuno e
accade la magia: improvvisamente, ti rendi conto di aver cambiato la tua
opinione su qualcosa. E non perché l'altro ti abbia indotto a farlo. No,
semplicemente hai ascoltato e rivisto la tua posizione. Ecco, per me
l'educazione è questo: acquisire gli strumenti necessari per affrontare la
vita, scegliendo come usarli a modo nostro. La massima espressione della
libertà del singolo nel rispetto degli altri, insomma.
Definizione
di rete.
Uno spazio vissuto da persone che
si relazionano l'un l'altra attraverso linguaggi, strumenti e forme proprie di
quella dimensione. Se preferisci una definizione più romantica, ti rispondo
così: la rete è quell'ambiente in cui si manifesta e concretizza una modalità di
relazione fra gli individui che – diversamente – risulterebbe essere utopica.
La
rete vissuta dagli adulti e quella vissuta dai ragazzi secondo la tua opinione.
Qui rischio di inimicarmi
parecchi, ma fa nulla. So che chiedendo a me di fare questa chiacchierata,
sapevi in che guaio ti saresti cacciata ! Mi auguro che i tuoi lettori non se
la prendano a male se dico che sono i ragazzi quelli che, davvero, vivono la
rete. Sì, perché gli adulti – spesso – scoprono il web in una fase successiva
della loro vita e imparano a usarlo come spazio d'evasione. Una sperimentazione
continua, che li porta a comportarsi quasi come fossero tornati adolescenti. I
giovani, invece, nascono con la tecnologia e sanno usarla come strumento di
comunicazione. Online, quindi, creano un proprio spazio personale in cui dare
voce a loro stessi (completamente o in parte). La cosa splendida – secondo me –
è che mentre i primi faticano a integrare virtuale e reale, i secondi ci
riescono alla grande.
"Apprendere
in rete" è possibile secondo te? E in quale modo quest'ultima veicola la
creatività?
Io penso che sia possibile
apprendere ovunque e sempre. A prescindere dall'ambiente in cui ci si trova,
insomma. Quindi, sì: la rete è un ambiente in cui imparare, perché qui le
ispirazioni sono libere di circolare senza ostacoli. Ed è proprio l'ispirazione
a permettere alla creatività di manifestarsi online. La rete offre velocità
nella creazione e nella diffusione di contenuti. Potenzialmente chiunque può
dare sfogo al proprio estro, imparando a usare lo strumento di comunicazione
che più gli si addice. Con il web la creatività è libera di mostrarsi, insomma.
Il
rapporto tra web e i giovani artisti di oggi: come il primo aiuta i secondi?
Sai, il rapporto tra web e
artisti è controverso. La rete, infatti, è fondamentale per loro. Soprattutto
perché gli consente di mostrare le opere a costo zero (differentemente da
quanto avviene offline, dove i creativi sono abituati a pagare per esporre) e
di creare sinergie e collaborazioni. Il problema è che tanti rifiutano la rete.
O meglio, ne stanno fuori. Quasi la schifano. E sai perché? Online non esistono
maschere per un artista: le tue opere sono sulla piazza più grande mai
esistita, chiunque può vederle e giudicarle. Se piaci, piaci. Se non piaci –
beh – il pubblico non ti segue. E – cosa per parecchi creativi ancora più
temuta – è che sul web ci metti la faccia. Le persone vogliono sapere chi sei,
come parli, quando e perché ti dedichi all'attività di Artista. E non aspettano
che sia tu a dirglielo: loro te lo chiedono. E tanti creativi hanno –
paradossalmente – timore di comunicare.
Secondo
te, la rete, ha modificato in qualche maniera le modalità di fare arte o rimane
semplicemente un luogo dove esibire ed esibirsi?
La rete ha cambiato il modo di
fare arte. Qui non si espongono solo le opere. Non si esibisce unicamente la
creatività. No, sul web, gli artisti incontrano altri creativi e persone del
settore con cui collaborare. Ah, senza considerare che è in rete che fanno la
cosa più importante: si creano un seguito, un pubblico fedele e appassionato,
senza il quale non potrebbero vivere di arte.
Siamo
alla fine di questa intervista: ti va di parlare dei tuoi progetti futuri? Dove
ti possiamo trovare in rete?
Di progetti per il futuro ne ho
parecchi. Troppi, mannaggia a me! Tanto che sto cercando di fissare delle
priorità, anche temporali, per la loro realizzazione. Di sicuro, continuerò a
portare avanti il Blog presente sul mio sito web. Lì rispondo alle domande più
frequenti che mi sento fare da Artisti e Creativi. Non solo rispetto a
comuncazione e personal branding, ma anche al Crowdfunding e
all'ideazione/realizzazione di progetti artistico-culturali. Altra attività a
cui mi dedicherò con impegno crescente è ParliAMO Digitale: il Lifestyle
Magazine che ho fondato e che mi sta dando enormi soddisfazioni. Si tratta del
primo progetto transmediale d'informazione e cultura su advertising,
creatività, tecnologia e comunicazione digitale. Entro la fine dell'anno, anche
altri strumenti legati al magazine digitale saranno pronti. Non vedo l'ora! Quanto
al resto, beh, posso dirti che ho l'abitudine di tenere un quaderno per ogni
progetto. Ad oggi, sulla scrivania, ne ho 5. Di questi 3 sono già in fase
avanzata di sviluppo e dei restanti sto definendo i dettagli.
Troppe cose per una sola persona.
In fondo, come dico sempre, sono #SemplicementeCris.
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