Su scuola, libri e fiabe a Venezia...






Nonostante internet e gli ebook, nonostante la diffusione di riviste di ogni genere sia cartacee che virtuali, nonostante la Tv e il proliferare di canali 24 ore su 24, nonostante questo bombardamento massiccio di informazioni, nonostante tutto, ciò che si teme di più oggi, nel 2014, è un libro.

O meglio un certo genere di libro: quello che in sé raccoglie la fiaba!

Accade a Venezia che si sollevi un polverone su determinati libri che, attraverso la fiaba, proporrebbero ai bambini la possibilità di riflettere su questioni che di questo mondo fanno parte, questioni che riguardano la “diversità” sui mille modi d’essere, su sfumature che la vita riserva, che possano queste essere fosche o chiare.

In particolar modo ci si ferma a discutere su quelle che, attraverso i parametri propri della fiaba, pedagogici ed educativi, vanno a descrivere vari tipi di famiglie che nella società ci sono e che di questa fanno parte. Sì, caro lettore, hai intuito giusto: è probabile che questi libri affrontino anche il tema dell’omosessualità, facendolo attraverso chiavi di lettura proprie della fiaba, parlandone in maniera da permettere al bambino la contemplazione e l’avvio di un pensiero autentico e originale, lontano dal pregiudizio e da qualsiasi imposizione, per comprendere realtà diverse dalla propria.

Ecco, diciamo che ultimamente a Venezia son accaduti episodi per niente piacevoli che coinvolgono i suoi istituti scolastici: le scuole sono sporche, le condizioni igieniche pessime, così tanto da dichiarare gli edifici inagibili, circostanza creatasi in seguito alla riduzione dei fondi utilizzabili per la pulizia stanziati dal Ministero. Diciamo che la situazione non è propriamente idilliaca e che i genitori, assieme agli studenti, agli insegnanti e a tutti coloro che nella scuola lavorano sono allo stremo, obbligati a manifestare in campo ciò che, in verità, dovrebbe essere un loro diritto: la Scuola, quella con la “S” maiuscola, pulita e accogliente dove poter imparare, scoprire il mondo e in questo se stessi, ritrovandosi invece a dover combattere contro i numerosi tagli, conseguenze di una cattiva politica che sul futuro poco o nulla investe.

Ed è in questo contesto, già di per sé difficile, che esplode il “caso” delle fiabe: i libri in questione vengono giudicati non “adatti” ai bambini e bollati come "spesa inutile" vista la situazione d'emergenza, il tam-tam su Facebook cresce in un paio di click e ben presto i commenti si sprecano contro un qualcosa che, probabilmente, non è stato toccato con mano né visto con gli occhi.

Informandosi però con più attenzione, alla fine, si scopre che  di questi libri destinati alle scuole ben pochi trattano di omosessualità, forse quattro o cinque, e che molti titoli da tempo ben noti e apprezzati nel panorama internazionale della letteratura per l’infanzia, sono stati comunque inseriti sulla “lista nera” dei testi da “mantenere chiusi in deposito”, così come ha suggerito qualcuno.

Ma davvero esistono libri da dover tenere chiusi sotto chiave?

Mi auguro di no, perché se così fosse il richiamo a quel che già in passato è successo è molto forte, catapultandoci in epoche neanche così tanto lontane ma oscure, ben distanti dall’ essere illuminate dalla Ragione umana (ma anche dal Cuore).

 


Il Valore delle fiabe.

Perché raccontiamo le fiabe ai nostri figli? Perché i bambini sono rapiti da un racconto? Perché ricordiamo con affetto i momenti della nostra infanzia legati alla lettura di un libro o dalla narrazione di una storia?

Ve lo siete mai chiesto?

La fiaba oltre a solleticare la fantasia, alimentando immaginazione e creatività, ha la grande capacità di far riflettere: specchio sul mondo dove potersi riflettere, ma anche riflesso dove poter trovare, in storie altre dalla nostra, sfumature simili scoprendo tonalità mai prima scorte in noi stessi.

Nelle fiabe il bambino apprende, vien richiamata la sua attenzione su situazioni e contesti che, per inesperienza ed ingenuità, ancora non ha affrontato o considerato ma che nell’incognita dell’esistenza possono capitargli e capire come ma soprattutto perché affrontare.

Le fiabe insegnano sempre piccole e grandi verità rendendo il bambino, di volta in volta, fiaba dopo fiaba, storia dopo storia e libro dopo libro un adulto libero e consapevole.

C’è una bellissima citazione che spesso amo pubblicare sulla pagina Facebook di questo blog  Un bambino che legge sarà un adulto che pensa..."

Perché il pensiero sia autentico, spontaneo ma soprattutto libero dal pregiudizio è necessario lasciare, sui libri, una libertà di scelta. Sempre, sia che si tratti di un piccolo o grande lettore.
 
 
 
 
 
S.B.

 

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